È opinione largamente diffusa che la discussione parlamentare sul salario minimo sia stata instradata su un binario morto e avviata verso un sostanziale oblio. Naturalmente, vi è da auspicare che tale previsione venga smentita dei fatti. E che, per esempio, venga effettivamente valorizzata la autonomia collettiva e, quindi, che i tanti cantori della sovranità contrattuale si adoperino effettivamente per sollecitare, stimolare, agevolare il rinnovo dei molti, troppi, contratti collettivi in attesa di rinnovo da molti anni (8-10 anni in alcuni settori). A cominciare da quelli del settore pubblico.

Non è consentito avere dubbi sulla sincerità dei tanti laudatori ed estimatori dell’autonomia collettiva, pur se mai in precedenza emersi; ma essi sono ora chiamati a dare conferma e prova della loro sincerità di intenti applicandosi con la stessa energia nell'opera di stimolo e di sollecitazione dei soggetti collettivi affetti da pigrizia contrattuale, quando non da un sostanziale atteggiamento di ostruzionismo al rinnovo dei contratti.

E in tale ambito di rinnovi contrattuali va auspicata una maggiore e maggiormente effettiva attenzione all'incremento dei trattamenti retributivi, tanto più necessari ove si consideri il progressivo allargamento dell’area del lavoro povero, laddove l'esistenza e l'applicazione di un contratto collettivo non riesce a garantire a chi lavora un trattamento salariale idoneo a garantire un'esistenza libera e dignitosa "a se e alla famiglia".

Non v'è dubbio, infatti, che vada al più presto posta fine all'intollerabile ossimoro della povertà nonostante il lavoro.

Ma non sono questi i soli "cantieri” che vedono i lavori in corso per il lavoro.

Restano ancora da completare, a tacer d’altro, i decreti attuativi conseguenti al Decreto-lavoro.

Ma cantieri restano aperti e  lavori sono ancora in corso anche in Europa, dove continua la discussione in materia di intelligenza artificiale, di lavoro su piattaforme, di due diligence (per citare solo alcuni dei più importanti temi oggetto di dibattito). Vi è da sperare che la discussione, in corso ormai da gran tempo, si possa concludere fruttuosamente con l'approvazione dei connessi Regolamenti e Direttive e Risoluzioni prima della conclusione della legislatura europea. Appare, infatti, più che mai necessario , in ragione della rilevanza di tali materie, evitare che il confronto e la decisione vengano rinviati alla prossima legislatura, con una dilazione che finirebbe per deludere le motivate aspettative dei tanti settori interessati.

A questi lavori in corso LDE partecipa, per la parte di sua competenza, anche in questo numero 1 del 2024  mantenendo desta l'attenzione degli addetti al lavoro, studiosi e operatori a vario titolo coinvolti, stimolando la riflessione e il contributo di tutti al dibattito, all'informazione, alla formazione.

In tale ottica coltivando l'obiettivo e l'ambizione di dare il senso della complessità degli argomenti e, perciò, dedicando spazio alle diverse opinioni e cercando di comporre quanto più possibile il mosaico della pluralità degli orientamenti e delle posizioni.

Con l'auspicio che i lavori in corso si concludano al più presto, in modo da lasciare spazio a nuovi cantieri nei quali si ponga mano alle altre molteplici esigenze di intervento che il rapido mutare delle situazioni e il costante aggravarsi del contesto economico e produttivo rendono non ulteriormente differibili.

 

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