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Diretto, immediato, carico di suspense “La donna cardinale“ é un giallo che si legge tutto di un fiato e pone un accento particolare sulle dinamiche che investono il versante femminile nell’ambito del mondo ecclesiale della Chiesa di Roma.
Ogni capitolo é un affresco delle dinamiche vaticane che hanno caratterizzato tanto la storia di sempre che quella degli ultimi tempi.
Sullo sfondo scenari legati al mondo finanziario che – da sempre e ovunque – scatena interessi.
Da lì, a ricaduta, una girandola di trame sotterranee.
Vittima di questi raggiri l’archiatra pontificio, Gregorio, che – a sua insaputa – viene fatto cadere tra le braccia di un’avvenente ed elegante signora, Chantal, cui – però – é stato affidato un mandato preciso: uccidere il Papa!
Mentre i Principi della Chiesa tramano nell’ombra per portare a compimento il loro progetto, le loro difese si abbassano tragicamente dinanzi a presenze per loro prive di considerazione alcuna: donne.
Irene, la sorella del medico personale di Sua Santità Ignazio (e qui é significativa l’idea di affidare la figura pontificia ad un francescano che assume il nome del fondatore dell’Ordine dei Gesuiti), sospetta qualcosa sulla bella ed elegante Chantal e non riesce ad assecondare il grande trasporto di Gregorio verso questa affascinante signora.
Le suore, da troppo tempo al servizio degli alti prelati, assistono, sfaccendando, a cene dove vengono… apertamente discussi … piani segretissimi, mirati a delegittimare il Papa.
Del resto, cosa possono comprendere queste servizievoli suorine che hanno trascorso la loro vita sommessamente, a capo chino?
Intanto le suore, non stanche di rendere servizio ma non più disposte a servire, comprendono immediatamente l’anomalia delle discussioni e registrano, registrano tutto… proprio sotto gli occhi degli onnipotenti prelati che, troppo presi dalle proprie ambizioni, non sono in grado di cogliere quanto sta accadendo.
L’epilogo appassionante conclude un testo che, oltre ad essere un romanzo di tutto livello, é, soprattutto, un affresco.
Un giallo, dunque, al femminile, dove le donne rivestono un ruolo risolutivo, fornendo al Papa ed alla missione cui hanno dedicato la propria vita un supporto completo, profondo e intuitivo.
Ecco, la Chiesa di Roma ha necessità di lavorare su questi aspetti.
Le donne hanno dimostrato che – ognuna per il proprio profilo – sono in grado di fornire un apporto pieno alla missione della Chiesa.
Moltissime sono le rappresentanti dell’universo femminile che contribuiscono oggi all’articolato mondo lavorativo ecclesiale.
Si pensi a quante donne collaborano nei Tribunali ecclesiastici dove vengono celebrati i procedimenti di nullità matrimoniale e a quale contributi qualitativi queste da anni apportano.
Ma quante rivestono il ruolo di Presidenti di Tribunale?
Per non parlare dei Tribunali Supremi quali il Tribunale della Rota Romana e della Segnatura Apostolica o i Tribunali dello Stato della Città del Vaticano.
Anche lì trovare una donna é raro, trovare un giudice donna é – attualmente – impossibile, nonostante il valore da tempo dimostrato dalle giuriste!
Eppure il codice di diritto canonico del 1983 aveva aperto una serie di varchi.
Il secondo libro, De Populo Dei, almeno inizialmente, non distingue e si rivolge ai christifidelibus nella loro interezza: i fedeli sono coloro che sono incorporati a Cristo mediante il battesimo, costituiscono il Popolo di Dio e sono chiamati ad attuare la missione da compiere nel mondo che Dio ha affidato alla Chiesa.
Ecco, dunque, un popolo categorizzato solo dal suo essere partecipe, in modo unitario, della/alla missione affidatagli (can. 204).
E ancora, sempre indistintamente, il can. 208:” Tra tutti i fedeli (…) sussiste una vera uguaglianza nella dignità e nell’agire e, per tale uguaglianza, tutti cooperano all’edificazione del Corpo di Cristo, secondo la condizione e i compiti propri di ciascuno”.
Molte sono le figure femminili di riferimento, tutte di valore assoluto.
Si pensi, per esempio, a Madre Teresa e a tante altre religiose meno note, che – anche in complesse terre di missione – operano incessantemente con competenza teologica e capacità manageriale, eppure troppo spesso soggette a organizzazioni diocesane transitorie, non sempre in grado di apprezzare e promuovere gli approfonditi e tenaci lavori posti in essere – a vari livelli – sui territori.
Troppe le occasioni perse!
Il sinodo dell’Amazzonia, nella sua rivoluzionaria importanza, non é riuscito a trovare un varco per inserire le donne, proprio quelle donne che tanto si sono spese in quei territori, con ottimi risultati sia nell’evangelizzazione che nei livelli organizzativi direzionali.
Eppure le donne, per loro natura e per quel senso di protezione che promanano, vedono lontano e intorno, e sono capaci di programmazioni a lungo termine…
La Chiesa dovrebbe riflettere sulle prospettive che tutte queste potenzialità configurerebbero.
Papa Francesco sta aprendo spiragli anche in questo senso.
Varie le nomine di vertici amministrativi vaticani affidati a donne di grande competenza e sensibilità.
Nei Vangeli la figura di Maria é spesso raffigurata come la mamma silenziosa, in quanto rispettosa del percorso del proprio Figlio, che vede lontano e vede tanto con completezza quanto con preoccupazione per ciò che già intuisce.
Ecco, il pensiero al femminile é capace di intuito, rispetto, capacità previsionale e programmatica.
Tutte queste qualità, paritariamente unite alle qualità del pensiero al maschile, delineano e possono comporre un universo.

 

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