Testo integrale con note e bibliografia

Il Rapporto in esame  arrivato oramai alla sua sedicesima edizione  è un documento assai prezioso per chi si occupa di discriminazioni, in quanto dà conto di quale sia, a livello globale, la distanza percorsa verso la parità di genere. Lo fa avvalendosi di uno strumento ad hoc: il c.d. Global Gender Gap Index che, prendendo in esame quattro parametri (la partecipazione economica, l’istruzione, la salute e la leadership politica) , misura annualmente la percentuale relativa al divario di genere colmato da ciascuna realtà territoriale oggetto di monitoraggio (quest’anno ben 146 Stati ).
A ben guardare, i dati che emergono dal Rapporto 2022 non appaiono particolarmente positivi né a livello mondiale, né con riguardo al nostro Paese.
Per quanto riguarda il divario globale di genere, esso risulta, infatti, ad oggi colmato solo al 68,1%. Ciò significa che, al ritmo attuale, secondo il Rapporto in esame, ci vorranno in media ancora 132 anni per raggiungere la parità tra i sessi. Tale dato, pur muovendo nella direzione di un leggero miglioramento rispetto alla stima del 2021 – che calcolava in 136 gli anni necessari per raggiungere la parità –, a ben guardare, non compensa la disastrosa retrocessione determinata dalla pandemia, se è vero che le tendenze precedenti al 2020 stimavano in 100 anni il periodo di tempo per appianare il divario tra i sessi. Né – ben chiarisce il documento in esame – gli shock economici e politici causati da: l’emergenza climatica, i conflitti in corso, l’aumento della inflazione e, ovviamente, i quasi due anni di Covid-19, sembrerebbero elementi in grado di rendere ottimisti circa le stime future.
A livello macro, risulta che la regione più avanzata in termini di riduzione del divario di genere sia, ad oggi, il Nord America (in cui il gender gap appare colmato al 76,9%), seguita da: l'Europa (76,6%), l'America Latina e Caraibi (72,6%), l'Asia centrale nonché l’Asia orientale e Pacifico (rispettivamente 69,1% e 69%), l'Africa subsahariana (67,9%), il Medio Oriente e Nord Africa (63,4%), e, in ultimo, l'Asia meridionale (62,4%).
A livello micro, benché nessun Paese abbia ancora raggiunto la piena parità, l'Islanda appare l'unico Stato ad aver colmato per oltre il 90% il divario di genere, seguita a breve distanza da: Finlandia, Norvegia, Nuova Zelanda e Svezia.
Quanto al nostro Paese, l’Italia risulta per il secondo anno di fila 63^ nella classifica mondiale con appena il 72% di gender gap colmato. Tale posizionamento, pur risultando più in alto nella classifica di ben 13 posizioni rispetto a quello del 2020, risulta nondimeno deludente se messo a confronto con i risultati raggiunti dalla maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea (UE). Dietro l’Italia compaiono, infatti, nella classifica generale solo altri 8 Stati membri dell’UE e, cioè: Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Malta, Ungheria, Romania, Cipro e Grecia.

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