testo integrale con note e bibliografia
 https://www.weforum.org/publications/global-gender-gap-report-2025/
World Economic Forum (a cura di)
Global Gender Gap Report
GIUGNO 2025
Dal 2006 il World Economic Forum (organizzazione senza fine di lucro nata in Svizzera nel 1971) redige annualmente un rapporto che misura a livello mondiale la strada percorsa verso la parità di genere . Quest’anno gli Stati presi in esame sono 148 (ben due in più degli anni passati ). Si tratta dunque, come sempre, di un campione significativo del trend globale, poiché il monitoraggio ricomprende i due terzi delle economie mondiali.
L’analisi viene svolta avvalendosi di una unità di misura, il c.d. Global Gender Gap Index, che analizza quattro parametri: la partecipazione economica, l’istruzione, la salute e l’emancipazione politica.
Per quanto riguarda il divario globale di genere, esso risulta ad oggi colmato in media al 68,8%. Ciò significa che, al ritmo attuale, secondo il Rapporto in esame, ci vorranno ancora 123 anni circa affinché sia possibile raggiungere la parità tra i sessi sul nostro pianeta. 
Tale dato, sebbene non incoraggiante di per sé, è comunque inferiore rispetto a tutte le previsioni post-pandemia, posto che negli anni successivi al Covid le stime per raggiungere la parità di genere sono sempre state superiori (134 anni nel Report 2024; 131 anni nel Report 2023; 132 anni nel Report 2022; 136 anni nel Report 2021). Non si deve tuttavia dimenticare che le proiezioni antecedenti alla diffusione del virus indicavano in “appena” 100 anni il tempo necessario per l’appianamento mondiale del divario. 
Più scoraggiante appare, per noi europei, il dato regionale. Quest’anno, infatti, il Nord America, grazie ad un divario colmato al 75,8%, torna a guidare la classifica. L’Europa, che da ben due anni deteneva il titolo di “zona più avanzata del globo in termini di riduzione del divario di genere” presenta, infatti, oggi un gender gap colmato solo al 75,1% (indice comunque più alto, seppur solo dello 0,1%, rispetto all’anno passato). Seguono: l'America Latina e i Caraibi (al terzo posto con un punteggio del 74,5%); l'Asia centrale, al quarto posto nella classifica mondiale (con un indice di parità di genere colmato al 69,8%), e, infine, l'Asia orientale e il Pacifico (al quinto posto con un gap appianato al 69,4%).
Quanto al livello nazionale, nel Rapporto 2025 l'Islanda si conferma anche quest’anno in testa alla classifica (è il sedicesimo anno consecutivo) con un divario di genere colmato al 92,6% (in calo, tuttavia, di quasi un punto percentuale rispetto all’anno passato). Seguono, come sempre, la Finlandia, con un gender gap colmato all’87,9% e la Norvegia, che presenta un indice dell’86,3%. Rientrano nella top ten anche: il Regno Unito che, con un indice del 83,8%, si colloca quarto (facendo un salto in avanti di ben dieci posizioni rispetto al Report 2024); la Nuova Zelanda, che compare in quinta posizione, con un indice dell’82,7%, (in calo di una rispetto al passato); la Svezia che, con un indice dell’81,7%, si colloca al sesto posto (in calo anch’essa di una posizione rispetto al Report 2024); la Repubblica Moldova che, grazie ad un indice dell’81,3% sale al settimo posto (in recupero di sei posizioni rispetto la passato); la Namibia che, con un indice dell’81,1%, si conferma ottava; la Germania che, con un indice dell’80,3%, si trova in nona posizione (in calo di due rispetto al Report 2024) e, infine, l'Irlanda che, con un indice dell’80,1%, scende al decimo posto (in calo di una posizione rispetto all’anno passato). 
Volgendo lo sguardo al fondo della classifica, all’ultimo posto non troviamo più il Sudan (che, grazie ad un indice del 57%, è salito rispetto all’anno scorso dall’ultimo al penultimo posto), ma il Pakistan, che presenta un gender gap colmato solo al 56,7%.
Quanto al nostro dato nazionale, esso non sembra affatto incoraggiante: il nostro Paese, infatti, compare solo all’ottantacinquesimo posto nella classifica mondiale (con un indice di parità appianato al 70,4%). Se è vero che tale dato mostra un recupero dell’Italia di ben due posizioni rispetto all’indice indicato nel Report 2024, è vero anche che si tratta di una collocazione insoddisfacente rispetto non solo al Report del 2023 (in cui il nostro Paese era settantanovesimo, con un gender gap colmato al 70,5%), ma soprattutto ai Report 2022 e 2021 (in cui l’Italia si trovava posizionata al sessantatreesimo posto, con un indice del 72%). Peggio di noi, in termini di contrasto alla disparità di genere all’interno dell’Unione europea, fanno solo la Repubblica Ceca (al centoduesimo posto, con un indice di parità colmato al 68,6%) e l’Ungheria (al centocinquesimo posto, con un gender gap appianato al 68,4%).