testo integrale con note e bibliografia

Il forum monotematico dedicato alla disabilità si colloca in un frangente di significativa trasformazione dell’assetto normativo nazionale, sollecitato dall’adozione del d.lgs. 3 maggio 2024, n. 62, attuativo della legge delega 22 dicembre 2021, n. 227. Tale decreto rappresenta un tornante paradigmatico nel processo di transizione dal tradizionale modello medico-previdenziale a quello bio-psico-sociale della disabilità, in adesione alla Convenzione delle Nazioni Unite del 2006, ratificata dall’Italia con legge 3 marzo 2009, n. 18.
Questa evoluzione impone oggi una riflessione scientifica che superi l’orizzonte ricostruttivo della mera novità normativa e si confronti con le tensioni sistemiche sottese alla concreta attuazione dei diritti, con la tenuta delle categorie giuridiche classiche, con il ruolo delle istituzioni di garanzia e con l’effettività delle tutele nei molteplici ambiti dell’esistenza.
Attorno a tali nodi si articolano i dodici contributi raccolti nel presente forum, ciascuno dei quali indaga – da prospettive tra loro differenziate ma convergenti (giuslavoristica, costituzionale, comparatistica, amministrativa, pedagogica) – il rapporto tra disabilità e ordinamento giuridico, muovendosi entro la tensione costante tra affermazione teorica del diritto e concrete condizioni del suo esercizio, secondo una logica quanto più possibile conseguenziale.
È in questa dialettica che si misura oggi la capacità del diritto di agire come strumento di trasformazione sociale e di inclusione effettiva.
Il saggio di apertura, a firma di Maria Cristina Cataudella, propone una ricognizione sistematica del sistema multilivello di protezione giuridica contro le discriminazioni fondate sulla disabilità nei luoghi di lavoro, scandagliando l’interazione tra fonti internazionali, europee e interne. L’Autrice sottolinea, con finezza ricostruttiva, come la ricezione della Convenzione ONU del 2006 e della direttiva 2000/78/CE abbia inciso non solo sulla definizione normativa della disabilità, ma anche sull’emersione di obblighi positivi in capo ai datori di lavoro e sull’interpretazione dell’“accomodamento ragionevole” quale strumento cardine per il superamento dell’uguaglianza meramente formale. Particolarmente acuta è la riflessione sul recepimento italiano e sull’efficacia dell’art. 15 dello Statuto dei Lavoratori, alla luce di persistenti lacune applicative.
Con riferimento alla questione della definizione giuridica, Filippo Viglione affronta il tema nella prospettiva del diritto europeo, con particolare attenzione alla giurisprudenza della Corte di giustizia e tenendo conto delle esperienze comparate. Il contributo mostra come l’interpretazione estensiva della nozione di disabilità, che ricomprende anche le patologie croniche, imponga un ripensamento degli strumenti di valutazione e accertamento a livello nazionale.
Lo scritto di Livia Tamburro si sofferma sulla nozione giuridica di “fragilità” nel prisma della tutela della salute, mettendo in luce come essa si collochi in uno spazio ibrido tra disabilità e malattia. Il saggio evidenzia il rischio di un uso strumentale o dilatato di tale concetto, in assenza di una definizione legislativa univoca, e propone una riflessione sull’uso di clausole generali come quella della “salute psico-fisica” nel diritto del lavoro.
Giada Della Rocca esplora il tema della conoscibilità della condizione di disabilità in ambito lavorativo e i riflessi di tale aspetto sull’obbligo di accomodamento ragionevole. L’Autrice esamina gli orientamenti giurisprudenziali in materia di computabilità delle assenze e contrattazione collettiva, mettendo in evidenza le tensioni interpretative che attraversano il cosiddetto “onere bifronte” di cooperazione tra datore e lavoratore, nonché le potenzialità preventive dell’accomodamento quale strumento di deflazione del contenzioso.
Il contributo di Moira Sannipoli, affronta il tema della disabilità nel contesto scolastico, esaminando criticamente la legislazione e la prassi in materia di sostegno didattico e diritto all’inclusione educativa. Il contributo analizza le criticità strutturali che ancora oggi affliggono l’inclusione scolastica, dalla carenza di docenti specializzati alla precarietà dei percorsi formativi individualizzati, fino alla difficoltà di attuare il progetto di vita nei contesti educativi. L’Autrice propone una lettura integrata tra diritto all’istruzione, principio di eguaglianza e diritto all’autodeterminazione, evidenziando come la scuola rappresenti un luogo decisivo per la costruzione di una cittadinanza inclusiva, in linea con il paradigma della “persona al centro”.
Il saggio di Carmela Garofalo è dedicato al delicato tema del collocamento mirato e alla sua evoluzione normativa dalla l. n. 68/1999 al d.lgs. n. 62/2024. L’Autrice pone in evidenza le persistenti disfunzionalità del sistema, con particolare riguardo alla definizione dei soggetti tutelati, alla flessibilità degli obblighi datoriali e all’effettività delle sanzioni. Al centro della riflessione vi è la necessità di una profonda revisione delle procedure di inserimento lavorativo, in chiave realmente inclusiva e antidiscriminatoria.
Il contributo di Elena Pasqualetto si concentra sul tema dell’assunzione in prova delle persone con disabilità, analizzando la compatibilità tra patto di prova e adozione di accomodamenti ragionevoli. L’Autrice propone una lettura evolutiva dell’art. 2096 c.c., valorizzando il periodo di prova non solo come momento valutativo, ma come occasione per sperimentare concretamente soluzioni personalizzate e adattamenti organizzativi. Il contributo sottolinea come anche la fase genetica del rapporto di lavoro debba essere inclusa nell’obbligo di adottare accomodamenti ragionevoli e propone, in chiave propositiva, di considerare il periodo di prova stesso quale misura ragionevole, utile a superare resistenze preconcette e a facilitare l’inserimento lavorativo.
Anna Maria Battisti si concentra sulla complessa disciplina dei permessi e dei congedi per l’assistenza a familiari con disabilità, evidenziando il passaggio dalla logica del “referente unico” a quella della “pluralità solidale”. La lettura del nuovo impianto normativo è arricchita da una sistematica ricognizione della giurisprudenza di legittimità, con particolare attenzione alla questione dell’abuso del diritto e alla necessità di bilanciare tutela e prevenzione di pratiche elusive. L’Autrice sottolinea, in particolare, la centralità della nozione di “attività assistenziale” e i profili problematici legati alla sua definizione giurisprudenziale.
Segue il contributo di Sabrina Cassar che esamina in modo approfondito il rapporto tra disabilità e lavoro agile, ricostruendo l’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’istituto dal suo impiego emergenziale durante la pandemia fino alla sua configurazione attuale come possibile misura di accomodamento ragionevole. L’Autrice sottolinea come, nel nuovo quadro delineato dal d.lgs. n. 62/2024, il lavoro agile si configuri non solo come strumento di conciliazione, ma come obbligo giuridico in capo al datore di lavoro, laddove necessario per garantire pari opportunità e piena inclusione lavorativa della persona con disabilità. Particolare attenzione è dedicata alla distinzione tra lavoratori fragili e lavoratori con disabilità, nonché alla giurisprudenza che riconosce al giudice il potere di disporre il lavoro agile in funzione antidiscriminatoria anche in assenza di accordo individuale.
Lo scritto di Lorenza Proia analizza la questione della disabilità in relazione al periodo di comporto, soffermandosi sulle implicazioni costituzionali e giurisprudenziali dell’obbligo di accomodamento ragionevole in caso di superamento del comporto per ragioni connesse alla disabilità. Il saggio offre una ricostruzione sistematica delle principali pronunce della Corte di cassazione e del giudice europeo, sottolineando la necessità di una valutazione in concreto delle assenze e delle possibilità di reinserimento, anche mediante misure organizzative alternative al licenziamento. L’Autrice rimarca come il principio di proporzionalità, unitamente alla finalità inclusiva del diritto antidiscriminatorio, conduca ad un ripensamento del tradizionale automatismo espulsivo legato al superamento del comporto.
Silvia Bertocco propone una lettura integrata tra sicurezza sul lavoro e tutela antidiscriminatoria. Il contributo si concentra sulla figura del “medico competente” e del “Disability manager”, quali snodi fondamentali per la valutazione dei rischi e per l’attuazione degli accomodamenti ragionevoli. L’Autrice insiste sulla necessità di una sinergia effettiva tra prevenzione e inclusione, anche alla luce del nuovo obbligo per il lavoratore di presentare proposte personalizzate di accomodamento.
Presenta un’utile rilettura giurisprudenziale degli istituti Giulia Dossi, che fa riferimento alle fasi più significative di costituzione, svolgimento ed estinzione del rapporto di lavoro. Particolare attenzione è dedicata alla persistente distanza tra la nozione bio-psico-sociale accolta dal legislatore e i criteri medico-legali del collocamento mirato, al riconoscimento del lavoro agile e degli accomodamenti ragionevoli come obblighi giuridici, e alla figura del caregiver familiare nella prospettiva della discriminazione per associazione. Sul piano della cessazione del rapporto, l’Autrice approfondisce l’obbligo di repêchage e il rilievo sistemico degli accomodamenti ragionevoli anche nel licenziamento per inidoneità sopravvenuta.
Chiude il fascicolo Massimo Rolla, che scrive sul nuovo assetto istituzionale della tutela dei diritti delle persone con disabilità, disegnato dal d.lgs. n. 20/2024. L’Autore ricostruisce le funzioni e le criticità del sistema dei Garanti regionali e analizza il ruolo dell’Autorità Garante Nazionale, evidenziandone i poteri, le modalità d’azione e la vocazione a configurarsi come snodo centrale di una governance multilivello. L’analisi si conclude con una riflessione sulla necessità di armonizzare i livelli normativi e istituzionali, nella prospettiva della piena attuazione del principio di partecipazione effettiva.
Questo forum collettaneo intende proporsi, così, non solo come aggiornamento scientifico su un ambito di crescente complessità giuridica, ma anche come luogo di elaborazione critica, capace di interrogare il diritto a partire dalle esperienze delle persone con disabilità. La disabilità, da condizione da proteggere, diviene così una lente di ingrandimento delle diseguaglianze e un banco di prova per misurare la capacità ordinamentale di dar corpo al principio di eguaglianza sostanziale, perché, come affermava Asa Philip Randolph «L’uguaglianza è il cuore e l’essenza della democrazia, della libertà e della giustizia».

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