Testo integrale con tabelle e note 

Il testo del D.L. n. 146/2021

Gli infortuni sui luoghi di lavoro continuano ad essere di grande attenzione per le organizzazioni sindacali per le conseguenze sulle lavoratrici e lavoratori ma più in generale il danno prodotto alla dignità del lavoro.
Inizieremo col tracciare un quadro di contesto attraverso una breve analisi del dato rilevato da INAIL su base nazionale e regionale, con aggiornamento a fine ottobre 2021. Proseguiremo con un le proposte che, a parere delle organizzazioni sindacali, possono affrontare in modo radicale e definitivo il tema infortunistico, con una breve disamina del recente “Decreto fiscale” DECRETO-LEGGE 21 ottobre 2021, n. 146. Una parte rilevante di questo testo legislativo è rivolto al rafforzamento del sistema dei controlli e alle nuove funzioni attribuite all’Ispettorato Nazionale del Lavoro. In questo ambito proveremo a tracciare un quadro delle ispezioni effettuate sia dal INL che dal sistema delle ATS lombarde, sulla base dei dati disponibili.

ANALISI DEL DATO INFORTUNISTICO
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di ottobre sono state 448.110, quasi 27mila in più (+6,3%) rispetto alle 421.497 dei primi 10 mesi del 2020,
I dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano nei primi 10 mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, esito del mancato ricorso allo smart-working e alla ripresa massiccia della mobilità con mezzo privato e un incremento del 4,3% (da 369.688 a 385.707) di quelli avvenuti in occasione di lavoro.
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 3,7% nella gestione Industria e servizi (dai 365.837 casi del 2020 ai 379.405 del 2021), dell’1,4% in Agricoltura (da 22.444 a 22.766) e del 38,3% nel Conto Stato (da 33.216 a 45.939).

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Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di ottobre sono state 1.017, solo 19 in meno rispetto alle 1.036 registrate nei primi 10 mesi del 2020 (-1,8%, confermando il dato di settembre), con qualche cautela dovuta al tardivo conteggio delle denunce mortali da contagio.
Al 31 ottobre di quest’anno risultano 15 incidenti plurimi avvenuti nei primi 10 mesi per un totale di 35 decessi, 21 dei quali stradali. Due vittime in provincia di Bari e due in quella di Torino a marzo, quattro in provincia di Ragusa, due in provincia di Bologna e due in provincia di Ferrara ad aprile, sette in provincia di Piacenza e due a Catanzaro a ottobre. Due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell’Aquila a marzo, due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, due per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno, altri due intossicati da monossido di carbonio sempre in provincia di Cuneo a luglio, due persone travolte da una lastra di cemento in Valle d’Aosta ad agosto e, infine, a ottobre due operai sono deceduti per ustioni da congelamento per uscita di azoto liquido in una cisterna in provincia di Milano.

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Un breve dettaglio mostra che l’andamento infortunistico in Lombardia non si discosta dal panorama nazionale. I dati indicano che si è passati da 84511 denunce nei primi 10 mesi del 2020 a 82225 dello stesso periodo del 2021 (riduzione pari al 6%), ma con aumento degli infortuni in itinere pari al 17,8%.
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In merito agli infortuni mortali, l’apparente calo attesta un dato di ben 140 morti da inizio anno, dato comunque non accettabile.
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LINEE DI INDIRIZZO PER LA PREVENZIONE DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
A fronte di questi dati che confermano la gravità della situazione e non mostrano un significativo ridimensionamento del fenomeno sono state riconfermate le richieste alle istituzioni nazionali e regionali. Per intervenire in modo radicale e azzerare il fenomeno infortunistico, le nostre richieste si articolano sulla formazione efficace per tutte le figure della prevenzione a partire dal datore di lavoro, l’agibilità piena dei soggetti della prevenzione ai partire dai rappresentanti dei lavoratori.
Il tema della vigilanza è certamente fondamentale ma non deve esaurirsi nel ruolo di deterrenza.
A seguito dei gravi infortuni di quest’anno e delle pressioni sindacala, il governo ha emanato il “Decreto fiscale” DECRETO-LEGGE 21 ottobre 2021, n. 146, “misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” pubblicato in GU n. 252 del 21/10/21.
Il provvedimento adotta interventi relativi ad argomenti non solamente relativi al fisco visto che le parti più importanti dello stesso riguardano il lavoro, gli ammortizzatori, la salute e la sicurezza sul lavoro. Nel seguito alcune brevi considerazioni relative agli articoli pertinenti al tema trattato.

L’articolo 13 del DL 146 interviene sui temi di salute e sicurezza, modificando alcuni articoli del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. In particolare modifica gli artt. 7, 8, 13, 14, 51 e l’allegato 1. Commenteremo solo gli articoli di interesse in questo contesto.
AI fini della programmazione e valutazione delle attività di vigilanza, con l’obiettivo del coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale, sono migliorate le funzioni del SINP, agli art.8 comma 1 e art.1 comma 2, 3, 4 e 5, sebbene allo stato attuale, non sia realmente attivo e operante.
Un punto rilevante del decreto è l’attribuzione di funzioni rilevanti all’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Secondo l’art.13, commi 1 e 2 si inserisce a pieno titolo l’INL fra i soggetti che svolgono l’attività di vigilanza su SSL nei luoghi di lavoro, superando la limitatezza, edilizia e poco altro, delle competenze precedenti. A questo scopo si abroga anche il c.2.
Il comma 4 introduce una vera e propria riforma della vigilanza, aggiungendo l’INL ai dipartimenti delle ASL nel novero dei soggetti aventi titolarità piena.

Il comma 6 affronta il capitolo delle risorse prevedendo che l’importo delle sanzioni irrogate da ASL e Ispettorato confluiranno d’ora in poi nell’apposito capitolo del bilancio regionale e di quello dell’INL stesso per finanziare le attività di prevenzione. Va ricordato che, al momento l’Ispettorato non svolge attività di prevenzione propriamente dette finanziabili con i proventi sanzionatori.
Al comma 7bis si prevede che l’INL predisporrà entro il giugno di ogni anno una relazione dell’attività svolta in materia di prevenzione con evidenza dei risultati raggiunti nei vari settori produttivi e delle prospettive di sviluppo, programmazione ed efficacia della attività di vigilanza .
Fondamentale l’art. 14 in merito ai provvedimenti degli organi di vigilanza.
Nel primo comma viene introdotta la sospensione dell’attività imprenditoriale nel caso in cui almeno il 10% dei lavoratori presenti in azienda siano in nero (era il 20%). Ciò vale anche per le gravi (viene eliminata la dizione reiterate, quindi dalla prima volta) violazioni della normativa su SSL. I provvedimenti interesseranno la parte di azienda o le lavorazioni direttamente correlativi alla violazione. L’INL può imporre provvedimenti accessori alla sospensione fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. Nel secondo si stabilisce che durante la sospensione le imprese non possono contrattare con la PA (permane però la possibilità di partecipare a gare pubbliche).
L’allegato 1 del decreto, che non riportiamo per brevità, elenca le violazioni che determinano la sospensione delle attività, modifiche.
Un aspetto rilevante è l’assunzione di responsabilità da parte del governo che determina lo stanziamento di risorse sulla prevenzione del fenomeno infortunistico, tema sul quale faremo un approfondimento nelle parti relative ai dati sulle ispezioni effettuate.

Infatti, in ragione dell’ampliamento delle competenze, è stata autorizzata l’assunzione di n. 1.024 nuovi ispettori del lavoro e di n. 90 carabinieri da destinare alle attività di vigilanza sull’applicazione delle norme in materia di diritto del lavoro, legislazione sociale e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Per fornire al nuovo personale ispettivo la necessaria dotazione tecnologica, è previsto uno stanziamento di oltre 3,7 milioni di euro nel biennio 2022/2023

L’ampliamento delle competenze a favore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, a cui spettavano precedentemente funzioni per il settore edile per la maggior parte, ha creato qualche perplessità. Le nuove competenze richiederanno uno sforzo organizzativo e acquisizione di professionalità ad oggi non presenti, quindi investimenti in capitale umano, strumentale ed organizzativo. I 1024 nuovi ispettori sono un buon inizio ma saranno necessari ulteriori investimenti strutturali. Senza dimenticare che il fronte ispettivo è solo uno dei modi per affrontare il tema, come ricordato in precedenza.

La presente analisi prosegue presentando i dati relativi alle ispezioni effettuate nel 2020 sia da INL che dalle ATS Lombarde, sulla base dei dati disponibili. Non è possibile il raffronto con anni precedenti per le modifiche sostanziali intervenute nella organizzazione di entrambe le strutture.

QUADRO STATISTICO DELLE VERIFICHE EFFETTUATE DALL’ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO NELLE AREE SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI NEL CORSO DEL 2020 .
L’azione ispettiva svolta in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ha riguardato 10.069 aziende, 8.068 delle quali, all’esito delle 10.179 ispezioni definite, sono risultate irregolari (tasso di irregolarità del 79,3%).
Nel corso degli accertamenti sono state contestate complessivamente 12.541 violazioni (12.020 penali e 521 amministrative). Su base territoriale è stata rilevata la seguente distribuzione della natura penale/amministrativa delle violazioni accertate.

Ambito territoriale

Tipologia di violazione

Ambito di violazione

Violazione Amministrativa

Violazione Penale

Cantieri temporanei e mobili

Aspetti generali di sicurezza aziendali

altro

Centro

4,27%

95,73%

64,26%

33,88%

1,86%

Nord Est

4,92%

95,08%

51,55%

38,98%

9,46%

Nord Ovest

5,60%

94,40%

41,02%

54,89%

4,09%

Sud

2,97%

97,03%

52,24%

38,61%

9,15%

ITALIA

4,15%

95,85%

53,08%

40,41%

6,51%

Gli illeciti penalmente rilevanti contestati dal personale ispettivo dell’INL hanno riguardato:
• 53% la violazione degli obblighi contenuti nel “Titolo IV – Cantieri temporanei o mobili” del d.lgs. n. 81/2008, in relazione sia alle misure organizzative per la salute e la sicurezza nei cantieri, sia a quelle più specifiche per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota;
• 40% l’inosservanza delle disposizioni del “Titolo I”, concernente gli aspetti generali di sicurezza;
• 7% il mancato rispetto degli obblighi contenuti negli altri titoli (rischi specifici) dello stesso decreto.
Al fine di prevenire infortuni e malattie professionali nei luoghi di lavoro, la presenza di specifiche violazioni prevenzionistiche determina l’impossibilità ad emettere il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) per un determinato periodo, mediamente pari al 44% sul totale di quelle accertate.
L’esame della tipologia degli illeciti penali riscontrati evidenzia la persistente inadeguata osservanza degli obblighi di carattere generale alla base della tutela del lavoratore, con particolare riferimento a:
- sorveglianza sanitaria dei lavoratori, pari al 25% dei casi;
- adempimenti in materia di formazione ed informazione, pari al 19% dei casi;
- attrezzature di lavoro e dispositivi di protezione individuali, non adeguati nel 15% dei casi;
- mancata o inadeguata valutazione dei rischi nel 14% dei casi.

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Grafico 2. Distribuzione delle violazioni penali obblighi generali della struttura aziendale

Considerato che l’attività di vigilanza dell’Ispettorato investe prevalentemente il settore edile, un’analisi più dettagliata va rivolta all’insieme dei dati riferiti alle violazioni delle norme contenute nei Titoli III “uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale” e IV “cantieri temporanei o mobili” del d.lgs. n. 81/2008. L’esame della tipologia di illeciti riscontrati evidenzia la costante prevalenza delle violazioni connesse a:
- i rischi di caduta dall’alto, pari al 50%;
- gli obblighi del coordinatore e del committente, pari al 12%;
- la valutazione dei rischi, POS, PSC e DUVRI, pari al 8%;
- i rischi elettrici, attrezzature, macchine e DPC/DPI, pari al 7%;
- i rischi di investimento e seppellimento, pari al 2%,

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Grafico 3. Tipologia delle violazioni nei cantieri temporanei e mobili

Si rileva una netta prevalenza del rischio di caduta dall’alto – la più diffusa delle tipologie di incidenti sul lavoro che determinano infortuni gravi e mortali.
Per quel che invece concerne gli illeciti di natura amministrativa, il 39% riguarda la mancata fornitura/esposizione del tesserino di riconoscimento in edilizia, adempimento funzionale alla finalità dell’appalto sicuro, in quanto consente una più agevole identificazione del personale impegnato in contesti organizzativi complessi caratterizzati dalla compresenza, in uno stesso luogo, di lavoratori appartenenti a imprese diverse. Lo stesso obbligo è rivolto anche ai lavoratori autonomi.
Le rimanenti violazioni amministrative riguardano profili di carattere formale, che riguardano ciò non di meno importanti aspetti tecnici, quali:
- Rischi elettrici, attrezzature, macchine e DPC/DPI (24%): si riferiscono alle verifiche periodiche delle attrezzature, degli impianti elettrici e di messa a terra;
- Obblighi dei coordinatori e dei committenti (16%): riguardano la mancata comunicazione alle imprese affidatarie, alle imprese esecutrici ed ai lavoratori autonomi del nominativo del coordinatore per la progettazione e di quello del coordinatore per l’esecuzione dei lavori;
- Valutazione dei rischi/POS/PSC/DUVRI (14%): ineriscono alla mancata trasmissione del PSC alle imprese esecutrici o del POS al coordinatore per la sicurezza del cantiere, o alla mancata tenuta del POS presso il cantiere stesso

Totale complessivo delle ispezioni effettuate da Ispettorato Nazionale del Lavoro

Codice sezione Ateco 2007

N. Viol. Salute e Sicurezza

1 gennaio – 30 settembre 2020

N. Viol. Salute e Sicurezza

1 gennaio – 31 marzo 2021

- A Agricoltura, silvicoltura e pesca

523

164

- B Estrazione minerali da cave e miniere

13

3

- C Attività manifatturiere

825

187

- D Fornitura energia elettrica, gas, ecc.

3

0

- E Fornitura acqua; reti fognarie, gestione rifiuti, ecc.

31

23

- F Costruzioni

7.246

2.437

- G Commercio all'ingrosso e al dettaglio

461

319

- H Trasporto e magazzinaggio

93

39

- I Attività servizi alloggio e ristorazione

609

154

- J Servizi informazione e comunicazione

33

3

- K Attività finanziarie e assicurative

9

0

- L Attività immobiliari

33

11

- M Attività professionali, scientifiche e tecniche

188

84

- N Servizi supporto alle imprese, ecc.

118

50

- O Amministrazione pubblica e difesa, ecc.

20

11

- P Istruzione

12

1

- Q Sanità e assistenza sociale

75

34

- R Attività artistiche, sportive, intrattenimento, ecc.

69

46

- S Altre attività di servizi

206

54

- T Attività famiglie datori lavoro personale domestico; ecc.

14

1

- U Organizzazioni ed organismi extraterritoriali

0

1

TOTALI[1]

10.581

3.622

 

[1] Il dato pari a 10581 si riferisce al dato relativo al Numero di Violazioni accertate in tema di Salute e Sicurezza, mentre il dato pari a 10.069 si riferisce alle aziende ispezionate, mentre 10.179 è il numero delle ispezioni definite.

IL PIANO DEI CONTROLLI PROGRAMMATO DALLE ATS IN LOMBARDIA NEGLI ANNI 2019 E 2020 .

Nell’ambito del quadro regionale lombardo del piano dei controlli previste dalle Agenzie per la Tutela della Salute (ATS) saranno presi a riferimento i dati resi disponibili da ATS Brianza.
In premessa è utile ricordare che la rimodulazione del PIANO DEI CONTROLLI 2020 da parte delle ATS Lombarde si è resa necessaria in quanto, immediatamente dopo la pubblicazione del piano 2019, l’Italia e la Lombardia in particolare, sono state coinvolte nella pandemia Covid-19. Come è noto, a seguito dell’aumento di casi, inizialmente sono state individuate alcune zone rosse, poi con il DPCM 8 marzo la Lombardia è stata inclusa in un’unica area “arancione” che il 9 marzo è stata estesa a tutto il territorio nazionale (lockdown).
Ciò ha comportato la chiusura di tutte le attività non essenziali, inclusi i cantieri; inoltre, il personale dell’ATS è stato posto in smart working, fatto salvo un contingente limitato per lo svolgimento delle attività inderogabili. Anche il personale delle UO che svolgono attività di vigilanza nei luoghi di lavoro è stato coinvolto in modo consistente nella gestione delle sorveglianza dei contatti e in attività di contrasto all’estendersi della pandemia in collaborazione con altri servizi del DIPS.
All’inizio della fase II, in cui si è avuta una graduale ripresa delle attività produttive, parte dell’attività è stata dedicata all’assistenza alle aziende nell’adozione dei protocolli antiCovid e alla vigilanza sulla loro applicazione con il coordinamento delle prefetture, al controllo degli screening sierologici attuati dalle aziende al di fuori del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale e alla produzione di materiale informativo per aziende e lavoratori che è stato pubblicato nel sito internet e prontamente aggiornato in occasione di modifiche normative.
Tutto ciò ha comportato la riduzione delle attività inizialmente previste, che si è tentato di recuperare, per quanto possibile, nella seconda metà dell’anno 2020.

LA STRUTTURA DEL PIANO CONTROLLI DALLE ATS IN LOMBARDIA

Il Piano controlli 2020 per la tutela della salute del lavoratore si compone di una prima parte comprensiva dell’analisi di contesto, utile alla programmazione delle azioni di prevenzione nei luoghi di lavoro e di una seconda parte comprensiva dei controlli programmati per l’annualità 2020, in coerenza con i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e la deliberazione della Giunta Regionale N. XI/2672 “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio-sanitario per l’esercizio 2020” (Regole 2020).
La prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e la promozione della sicurezza negli ambienti di lavoro si sviluppano secondo le seguenti principali linee di intervento:
• vigilanza programmata in Aziende appartenenti ai comparti più a rischio;
• Piani Mirati di Prevenzione;
• svolgimento di indagini per infortunio sul lavoro o malattia professionale;
• verifica della sicurezza impiantistica sulle tipologie d’impianti che risultano a maggior rischio;
• attività di comunicazione e di promozione rivolta a datori di lavoro, lavoratori, consulenti e alle loro organizzazioni in relazione alla prevenzione nei luoghi lavoro.
Queste attività vengono programmate e pianificate in funzione delle direttive nazionali e regionali e dell’analisi del contesto locale fornito dai “quadri” previsti dall’art. 8 del D.Lgs 81/08, per quanto disponibili, nelle more dell’implementazione del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione.

Il contesto è stato analizzato attraverso quattro direttrici:
• il quadro generale, nel quale si descrivono le Aziende presenti sul territorio dell’ATS della Brianza e le macro variabili relative ai lavoratori;
• gli infortuni, attraverso l’analisi di tutti i dati prospettici relativi al fenomeno nell’area delle province di Monza e della Brianza e di Lecco;
• le malattie professionali con l’indicazione del loro andamento nel tempo;
• il grado di rischio correlato alla complessità impiantistica.

Nella parte iniziale di questo articolo si è fatto riferimento al quadro infortunistico complessivo sia sul panorama nazionale che su quello regionale. Nel seguito si analizzano in dettaglio i dati relativi al territorio di competenza di ATS Monza e Brianza.
I dati di seguito presentati sono ricavati dai Flussi Informativi INAIL Regioni aggiornati con l’uscita di giugno 2019; sono computate esclusivamente le aziende assicurate INAIL della gestione industria e servizi (in particolare mancano tutte le attività professionali e commerciali non assicurate INAIL, le Aziende Agricole, ad eccezione di quelle dell’Agrindustria, e gli Enti pubblici del cosiddetto “Conto Stato” che, pur essendo assicurati, non compaiono nell’anagrafe INAIL). Si tratta pertanto di un insieme che è in parte diverso da quello dei soggetti sottoposti al campo di applicazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro.
Nel territorio dell’ATS Brianza, che copre le Province di Monza e della Brianza e di Lecco, nel 2017 risultavano attive 76.836 Posizioni Territoriali Assicurative (PAT) INAIL con 383.483 addetti (dipendenti e artigiani). Il contesto produttivo della ATS Brianza si compone prevalentemente di micro e piccole imprese (in media 4,99 addetti).

 

anno 2017 dati INAIL     PAT                                              %pat (*)                                              Addetti

%addetti (*)

Media addetti

Italia                                     3.801.911                                              16.623.234

 

4,37

Lombardia                             672.164                                                17,7%                                                3.944.309

23,7%

5,87

Totale ATS Brianza          76.836                                                  11,4%                                                  383.483

9,7%

4,99

Monza                                      55.447                                                  8,2%                                                  284.145

7,2%

5,12

Lecco                                       21.389                                                  3,2%                                                  98.735

2,5%

4,62

(*) percentuali della Brianza riferite a Lombardia, Lombardia riferita ad Italia

   

Nel territorio dell’ATS il 93% delle PAT è compresa nella fascia fino a 10 addetti che occupa il 34,5% dei lavoratori. Il 50% circa dei lavoratori è impiegato in PAT fino a 30 lavoratori (98% delle PAT). La frammentazione delle aziende assume particolare rilievo per le attività di prevenzione poiché è noto che gli indicatori infortunistici evidenziano rischi maggiori nelle aziende più piccole che hanno, oltretutto, maggiori difficoltà nell’implementazione del sistema della prevenzione.
La distribuzione per classe dimensionale di addetti non è uniforme ma varia a seconda del settore produttivo; il numero medio di addetti più basso, ad eccezione dell’agrindustria che occupa pochi addetti, si trova nel comparto delle costruzioni, che è caratterizzato anche da un numero molto elevato di lavoratori autonomi (oltre il 66% delle PAT ha un solo artigiano/lavoratore autonomo).

Tabella 5 - Numero PAT, numero addetti e numero medio addetti per comparto

 

Comparti

ATS Brianza numero PAT

ATS Brianza numero addetti

ATS Brianza Media addetti per PAT

01 Agrindustria e pesca

888

1.110

1,2

02 Estrazioni minerali

10

58

5,8

03 Industria Alimentare

838

4.529

5,4

04 Industria Tessile

1.871

9.956

5,3

05 Industria Conciaria

33

113

3,4

06 Industria Legno

2.603

8.588

3,3

07 Industria Carta

783

4.904

6,3

08 Industria Chimica e

     

Petrolio

768

14.264

18,6

09 Industria Gomma

135

1.096

8,1

10 Ind.Trasf. non Metalliferi

354

2.040

5,8

11 Industria Metalli

133

3.889

29,2

12 Metalmeccanica

6.395

48.233

7,5

13 Industria Elettrica

998

17.422

17,5

14 Altre Industrie

1.450

5.519

3,8

15 Elettricita Gas Acqua

18

961

53,4

16 Costruzioni

15.742

32.754

2,1

17 Commercio

7.699

33.999

4,4

18 Trasporti

2.312

7.480

3,2

19 Sanita'

2.249

23.987

10,7

20 Servizi

31.563

162.582

5,2

 

Infine, come si è detto, l’anagrafe INAIL non comprende le aziende agricole, salvo quelle che svolgono attività agroindustriali. Il sistema informativo regionale Impres@ registra la presenza di circa 990 aziende agricole (classificazione ATECO 0.1 o 0.2) nella provincia di Monza e di circa 1.175 aziende nella provincia di Lecco; l’attività prevalente è quella mista di coltivazione ed allevamento.
Nel 2018 e nel 2019 si è avuto un aumento del numero di infortuni mortali secondo un trend iniziato nel 2015 in corrispondenza di una modesta ripresa dell’andamento economico; non sono al momento disponibili i dati sui lavoratori stimati da INAIL nelle aziende industriali che sono necessari per il calcolo dei tassi di incidenza e per inquadrare correttamente il fenomeno. Un confronto con altri indicatori di andamento economico sembra suggerire che siano aumentati il numero degli esposti e la produzione industriale. L’osservazione congiunta mostra che l’andamento degli infortuni è proporzionale al numero di esposti (non disponibile per 2018 e 2019) e quest’ultimo è correlato con la produzione industriale che in base ai dati mostrati nel contesto produttivo è in aumento in Lombardia più che nel resto d’Italia.
L’analisi dei casi mortali accaduti in Lombardia (nel territorio della sola Brianza il numero limitato non consente elaborazioni statistiche di questo tipo) evidenzia un rischio più elevato di infortunio mortale in occasione di lavoro nelle aziende più piccole (fino a 30 addetti) con un tasso di incidenza grezzo triplo che, anche standardizzando per settore ATECO, resta il doppio con una elevata significatività statistica.

Questo dato, letto assieme alla percentuale di aziende al di sotto di 30 dipendenti (97,9% delle PAT) rende conto della difficoltà di intervenire puntando sul solo aumento dei controlli.
Purtroppo il 2019 è stato caratterizzato da un aumento consistente di infortuni mortali; l’andamento totale dei mortali denunciati INAIL non è appropriato per valutare l’andamento poiché soltanto una piccola parte di questi (circa un quinto) poi viene effettivamente riconosciuta in occasione di lavoro e avviene in vero e proprio luogo di lavoro (esclusi gli eventi stradali). Pertanto in Tabella 7 sono riportati i dati della fonte regionale che viene alimentata dalle indagini delle ATS che intervengono nel 100% dei casi avvenuti in ambiente di lavoro; dal conteggio sono stati esclusi i casi che non si configurano come infortunio (esempio causa medica esclusiva, lesioni auto inferte etc.).
L’aumento è generalizzato in tutta la Lombardia ma la Brianza, che di solito aveva un basso numero di eventi rispetto alla Regione, ha presentato un incremento notevole, soprattutto nella provincia di Monza.

Tabella 6 – Numero di casi mortali per infortunio sul lavoro del registro di regione Lombardia

 

2016

2017

2018

2019

Regione Lombardia

40

45

54

66

ATS Brianza

5

4

3

12

L’incremento può trovare, in parte, una spiegazione nella piccola ripresa economica che si è verificata (in particolare in Lombardia rispetto all’Italia) dal 2015 in poi.

Come si è detto in precedenza, il 2018 è stato contrassegnato in Lombardia da un aumento di infortuni mortali sul lavoro che ha indotto la Regione ad intervenire con un piano straordinario che ha posto sostanzialmente due obiettivi: ulteriori controlli rispetto al 2017 e aumento delle attività di controllo attraverso piani mirati di prevenzione rispetto al totale dei controlli programmati. Il Piano dei Controlli 2019 di ATS-Brianza si era dato inoltre l’obiettivo di aumentare i controlli nel settore delle costruzioni, uno dei più rilevanti per la tematica infortunistica, in particolare per quanto riguarda le ispezioni. È rimasto invece invariato l’obiettivo LEA di attuare controlli per almeno il 5% delle unità produttive del territorio con uno o più operatori (inclusi lavoratori autonomi).
- Controlli: complessivamente sono stati 7.171 i controlli effettuati e rendicontati in Impres@; in riferimento all’indicatore di copertura, le aziende/soggetti controllati sono stati 3.558 pari al 6.34% delle PAT INAIL del territorio (rispetto al 5% che costituisce il LEA).
- Nel rispetto della DGR 164/2018, sono stati controllati 151 soggetti in più di quelli del 2017 (2017=3.407, obiettivo almeno 114 in più, già raggiunto nel 2018 e mantenuto nel 2019). Inoltre, nel 2017 i soggetti controllati con piani mirati sono stati 157 mentre nel 2019 sono stati 285; risulta pertanto raggiunto l’obiettivo di 114 aziende controllate in più rispetto al 2017 attraverso piani mirati.
- Conformemente a quanto previsto nel piano controlli 2019, sono state controllate più aziende con ispezione rispetto al 2018 (2.209 contro 2.119). Tra le aziende controllate, 98 ispezioni hanno riguardato attività di tipo agricolo, in parte in collaborazione con il servizio IAN per quanto riguarda la sicurezza della gestione dei fitosanitari.
- Cantieri e aziende edili: complessivamente sono stati effettuati 3.684 controlli con una copertura pari a 1.524 aziende/soggetti controllati, di cui 1.226 con ispezione. La copertura è pari a 864 cantieri controllati con ispezione, mentre il totale dei cantieri controllati è di 2.200 con 3.684 controlli.
- Piani mirati: Nell’ambito di piani mirati sono stati effettuati 331 controlli con 285 soggetti controllati. Rispetto al totale dei controlli programmati, la percentuale di piani mirati è passata dal 9,1% del 2018 al 10,1% del 2019.

IL PIANO CONTROLLI 2020
Il Piano controlli 2020 per la tutela della salute del lavoratore è stato definito sulla base degli elementi di contesto, delle evidenze risultanti dai controlli effettuati nel 2019 e dalle linee di indirizzo della programmazione regionale.
Come si è detto, il 2018 è stato caratterizzato da un aumento del numero di eventi mortali in Lombardia che hanno indotto la Regione ad adottare un piano straordinario con DGR 164/2018. Nel 2019 anche la ATS Brianza ha registrato un aumento rispetto agli anni precedenti. In questo contesto sono state avviate numerose attività in collaborazione con gli Enti che operano nel territorio e con le rappresentanze dei lavoratori e delle aziende, nell’ambito del Comitato Territoriale di Coordinamento ex art. 7 del D.Lgs 81/08.
Dal complesso delle indicazioni e delle decisioni assunte a livello regionale e locale, emergono come priorità, oltre al mantenimento degli obiettivi di prevenzione a lunga scadenza, anche le azioni che possano da subito agire per contrastare il rischio di infortuni ed in particolare di quelli più gravi. Inoltre, vi è l’esigenza di puntare su azioni efficaci, concentrando i controlli nelle situazioni più critiche e ricorrendo a modalità di controllo più incisive nelle attività di routine. Per quanto riguarda l’attività programmata, l’indicazione del piano straordinario regionale è quella di orientare le azioni di prevenzione verso i Piani Mirati di Prevenzione da attuare con le modalità indicate dalla stessa DGR. È comunque evidente che il frazionamento in piccole aziende (il 93% ha meno di 10 lavoratori) rende impensabile l’obiettivo di ridurre in modo apprezzabile ed in tempi brevi i rischi di infortunio ricorrendo soltanto alle attività di controllo.
Occorre pertanto puntare anche ad una strategia comunicativa che sia in grado di indurre comportamenti “virtuosi” da parte di aziende e lavoratori; la trasmissione di informazioni da parte di ATS, necessita di una fase di rinforzo da parte di soggetti terzi - effetto booster (come nella pratica vaccinale) – che abbiano un interesse legato alla vita dell’impresa. È pertanto opportuno che qualsiasi campagna informativa venga pensata e progettata con i “portatori di interesse”. Tra questi, le Parti Sociali e gli Enti che già compongono il Comitato Territoriale di Coordinamento che quindi assume un ruolo centrale. Tuttavia, la constatazione di una platea importante di imprese ancora non rappresentate dai c.d. “corpi intermedi”, impone la necessità di reperire ulteriori soggetti.
Questa parte del documento descrive le azioni pianificate, in termini di controlli, che questa Agenzia intende effettuare nel corso dall’anno 2020, sviluppate secondo le seguenti linee di intervento:
 Contrasto ai fattori di rischio degli infortuni e delle malattie professionali sviluppando il metodo dei Piani Mirati di Prevenzione
 Sviluppo di attività informative e di controllo per il contrasto agli infortuni molto gravi e mortali, anche con il coinvolgimento di “moltiplicatori” di effetto (Consulenti, RSPP, medici competenti, RLS etc.)
 Emersione del fenomeno delle malattie professionali
 Sostegno e assistenza alle imprese attraverso la produzione di materiale tecnico e di report sugli infortuni già avvenuti (“storie di infortunio”, “Campagna Impariamo dagli Errori”)
 Formazione per la salute e la sicurezza, inclusi gli studenti
 Sviluppo del sistema informativo della prevenzione
 Promozione della sicurezza impiantistica in ambienti a rischio

 

ALCUNE CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Il dato delle ispezioni effettuate da INL per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ha riguardato nel 2020 “solo” 10069 aziende. Le ispezioni complessivamente effettuate hanno riguardato altre tipologie di irregolarità nel rapporto di lavoro e nella tutela previdenziale in generale raggiungendo quote significative. Questa “limitazione” del dato percentuale nel settore sicurezza sul lavoro si spiega con le competenze parziali attribuite a INL, poiché tali funzioni sono competono principalmente ai servizi ispettivi del sistema sanitario nazionale. Superare tali divisioni come previsto dal nuovo indirizzo legislativo, richiederà investimento cospicui come evidenziato in precedenza, oltre che una collaborazione efficace fra i vari enti.
Per contro va osservato che il tasso di irregolarità nelle ispezioni a cura di INL raggiunge il 79%, articolate sui vari adempimenti previsti dal D. Lgs 81/08 come sorveglianza sanitaria, formazione e informazione attrezzature di lavoro e dispositivi di protezione individuali fino alla mancata o inadeguata valutazione dei rischi. Da notare come la tipologia degli infortuni mostri cause ricorrenti, dovute alla sostanziale sottovalutazione degli adempimenti previsti dalla normativa.
Il Piano dei controlli predisposti da ATS Lombardia mostra una analisi preliminare approfondita, anche in merito alla tipologia di aziende coinvolte, le dimensioni delle stesse, l’articolazione per settore di appartenenza ecc. La sola ATS Brianza mostra un aumento dei casi di infortuni mortali che richiede un piano di intervento mirato, che non piò esaurirsi con le sole ispezioni come dichiarato dalla stessa ATS.
Per contro nella sola Lombardia si contano oltre 670000 Posizioni Assicurative Territoriali mentre i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e la deliberazione della Giunta Regionale N. XI/2672 “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio-sanitario per l’esercizio 2020” (Regole 2020) stabiliscono un requisito minimo del 5% di ispezioni sul totale complessivo delle PAT, sebbene Regione Lombardia dichiari di superare questo obiettivo raggiungendo il 6-7% delle ispezioni. Specificatamente nel territorio di Monza e Brianza i controlli effettuati sono 7.171, in riferimento all’indicatore di copertura, le aziende/soggetti controllati sono stati 3.558 pari al 6.34% delle PAT INAIL del territorio (rispetto al 5% che costituisce il LEA).
Sul fronte delle risorse sia umane che strumentali non si dispone di informazioni complessive né sul piano regionale né in dettaglio nelle singole ATS, sebbene, come evidenziato in percenti articoli sul tema, la carenza strutturale di personale e il turn-over per pensionamento dello stesso sono stati oggetto di confronto con l’assessorato regionale al welfare e di apposite delibere sulle risorse umane da assumere. A quasi due anni dalle delibere stesse siamo ancora in attesa della loro attuazione, nonostante il dato infortunistico non registri una calo sostanziale.

 

 

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